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"Non avevo detto mai niente a nessuno, anche se tutti in paese sapevano come era mio marito,
ma forse non immaginavano cosa io potevo subire insieme alle mie figlie dentro casa.
Avevo paura perchè stavo lì dentro, perchè non avevo dove andare.
Ma se io lo avessi denunciato sarei stata chiamata dai carabinieri
e lui poi tornava a casa di nuovo...
E allora a noi che succedeva?"
da «Parole con le Ali», Progetto teatrale Le Onde Onlus
La violenza contro le donne
Ogni forma di violenza contro le donne e i bambini e le bambine è un problema sociale di grande importanza in tutto il mondo.
La violenza contro le donne è un fenomeno che coinvolge donne di ogni estrazione sociale, di ogni livello culturale, di tutte le etnie.
Provoca danni fisici e gravi conseguenze sulla salute mentale.
È un fenomeno che si manifesta soprattutto all'interno della relazione di coppia, nella famiglia, all'interno di rapporti che dovrebbero basarsi sulla fiducia,
sull'amore e che dovrebbero rappresentare luoghi di protezione.
Comunemente si crede che la violenza sia solo di tipo fisico ma in realtà la violenza può manifestarsi in diversi modi, può assumere varie forme,
può essere oltre che fisica, sessuale, psicologica ed economica o manifestarsi come stalking.
Si manifesta anche nei luoghi di lavoro, per le strade, nei giardini.
Inoltre, vi sono altre forme di violenza indicate come pratiche tradizionali dannose per le donne.
Della violenza contro le donne non si parla, né in famiglia, né tra amici, né a scuola, emergono solo, attraverso i giornali e la televisione,
gli episodi più drammatici ed esasperati.
Le cronache, quando una donna viene uccisa, non sempre identificano queste situazioni come violenza verso le donne, a volte
presentano ancora "giustificazioni" per l'aggressore, imputando le sue azioni alla gelosia, alla follia e talvolta alla passione.
Nominare la violenza, riconoscerla ed identificarla è il primo passo da compiere per uscire da una relazione violenta, per interrompere un rapporto violento.
Le donne che subiscono violenza possono sentirsi confuse, insicure, provare vergogna ed al tempo stesso dolore per la situazione che vivono. La paura di non essere
credute, di perdere casa e figli/e, di essere giudicate spesso non permette di parlare liberamente di ciò che si sta vivendo.
La lettura che segue ha lo scopo di chiarire la confusione nei pensieri e nei sentimenti che si possono provare e di dare parola alla sofferenza ed al dolore,
così che sia più facile chiedere aiuto agli enti pubblici e privati e alle istituzioni che hanno il compito di accompagnare, proteggere e sostenere le donne
che chiedono aiuto, i figli e le figlie.
La Convenzione di Istanbul
L'ONU, l'Unione europea e l'Organizzazione Mondiale della Salute, considerano la violenza alle donne, ogni abuso di potere e controllo
che si manifesti attraverso il sopruso fisico, sessuale, psicologico.
La violenza contro le donne non è un "fatto privato" è una violazione dei ditti umani, lo stabilisce la Convenzione di Istanbul adottata
dal Consiglio d'Europa nel 2011 e ratificata da 14 paesi dell'Unione Europea. L'Italia ha ratificato la Convenzione nel giugno del 2013.
Secondo la Convenzione di Istanbul:
- La "violenza nei confronti delle donne" è una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne.
- La "violenza nei confronti delle donne" comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata.
La Convenzione di Istanbul promuove e tutela il diritto di tutti gli individui, e segnatamente delle donne, di vivere liberi dalla violenza, sia nella vita pubblica che privata, senza alcuna discriminazione fondata sul sesso, sul genere, sulla razza, sul colore, sulla lingua, sulla religione, sulle opinioni politiche o di qualsiasi altro tipo, sull'origine nazionale o sociale, sull'appartenenza a una minoranza nazionale, sul censo, sulla nascita, sull'orientamento sessuale, sull'identità di genere, sull'età, sulle condizioni di salute, sulla disabilità, sullo status matrimoniale, sullo status di migrante o di rifugiato o su qualunque altra condizione.
Link Esterno: Leggi la Convenzione di Istanbul
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