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Progetto

Il Progetto IRIS Intervention sur les violences envers les femmes: recherche et mise en service des guichets spécialisés prevede una ricerca azione su Violenze e abusi commessi nei confronti di donne e giovani donne, allorquando queste violenze sono legate a pratiche tradizionali dannose e dei loro effetti, verso donne straniere o native.
L'intervento prevede un'indagine che riguarderà il matrimonio forzato, i rapporti sessuali obbligati, la «fuitina», le mutilazioni genitali e le molestie sessuali con particolare attenzione alla situazione delle donne immigrate, ed ogni forma di violenza di genere a cui vengono sottoposte le donne, comparando normative e soluzioni offerte alle vittime e la sperimentazione di azioni dirette alle vittime. Il progetto riguarda due regioni italiane, la Sicilia e l'Abruzzo, ed una regione spagnola, la Catalogna.
Negli ultimi anni le denunce di violenza sessuale e di maltrattamenti fisici e psicologici nell'ambito familiare sono praticamente raddoppiate.
I dati rilevati dalle due help lines in Spagna (016) e Italia (1522) segnalano un progressivo aumento delle richieste di aiuto da parte delle vittime di origine straniera. Questi dati confermano le indagini nazionali realizzate nei due paesi, in particolare in Spagna si pone in evidenza una percentuale elevata di violenza ed omicidi verso le donne straniere.
In Italia il Dipartimento per le Pari Opportunità (DPO), in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità e il Ministero per la Sanità e la Solidarietà sociale, hanno organizzato seminari nazionali dal 1997 per gli operatori sanitari ostetrici, ginecologici e pediatrici che ricevono nelle strutture ospedaliere le donne che hanno subito mutilazioni genitali, e nel 1999 si è istituito un Comitato tecnico-scientifico sulle Mgf che ha elaborato linee guida destinate alle figure professionali sanitarie nonché ad altre figure professionali che operano con le comunità di immigrati provenienti da paesi dove sono effettuate le pratiche di mutilazione genitale femminile per realizzare una attività di prevenzione, assistenza e riabilitazione delle donne e delle bambine già sottoposte a tali pratiche (art. 4, Legge n. 7 del 2006).
In Spagna è stato approntato un Protocol de prevenció de la mutilació genital femenina (Girona. Octubre del 2003), nella Regione Catalogna è istituito un Protocolo de actuaciones para prevenir la mutilación genital femenina, l'Università di Barcellona ha istituito un Grupo Interdisciplinar para la prevención y el estudio de las Prácticas Tradicionales Perjudiciales.
In Italia e in Spagna, come già altri paesi europei e gli Stati Uniti, sono presenti leggi che vietano esplicitamente le mutilazioni genitali femminili, in Italia si introduce con la Legge n. 7 del 2006 il reato di «pratiche di mutilazione degli organi genitali femminili», in Spagna le Mgf sono sanzionate penalmente dalla legge L.O. 11/2003 del 29 settembre, che modifica il Codice Penale, introducendo il nuovo reato di mutilazione genitale mediante modifiche all'art. 149 del C.P.
Tutti i problemi individuati saranno affrontati attraverso una loro analisi, effettuata a partire dal punto di contatto di queste donne con il sistema socio sanitario dei due paesi: ambulatori sanitari, servizi sociali e (per alcune tipologie) polizia.
Attraverso questo progetto si intende conoscere «come si interviene» e sperimentare azioni concrete di aiuto alle donne.

Con il progetto si intende

  1. Dare un impulso verso una presa in carico socio – sanitaria delle donne vittime di forme di violenza dovute alle tradizioni. Forme che non sempre vengono riconosciute come violenza, tranne nei casi in cui le evidenze fisiche della stessa la impongano in quanto tale (mutilazioni), ma che spesso invece rientrano tra i codici culturali "senza frontiere". Si pensi ad es. alle violenze sessuali tra moglie e marito, o ai matrimoni precoci e forzati, ecc.
  2. Gli ambulatori sanitari sono un luogo privilegiato di possibile rilevazione di queste forme di violenza (danni fisici e psichici, gravidanze precoci, ecc.), e possono divenire ambito di primo contatto verso un intervento più adeguato di presa in carico sociale.
  3. Sperimentare servizi integrati socio – sanitari nelle Aziende Ospedaliere coinvolte e azioni specifiche nei centri antiviolenza dei territori coinvolti.
  4. Fornire alle autorità pubbliche informazioni acquisite sulla base di dati acquisiti con il progetto, al fine di sostenere un'adeguata programmazione rispetto ai Piani sanitari regionali.

Il progetto fa riferimento al modello della ricerca azione in cui le attività di ricerca sono strettamente legate alle attività di:

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